Tutto può essere musica se si sa ascoltare bene: intervista a Christopher Bimonte
VICCHIO – È uscito da poco il suo ultimo singolo: “Con la Visa di papà”, e noi abbiamo deciso di fare una chiacchierata con il giovane produttore musicale vicchiese Christopher Bimonte.
Nell’ultimo periodo, Christopher è riuscito a raggiungere traguardi notevoli, con migliaia di visualizzazioni e stream su Spotify dei suoi brani e dei suoi remix, oltre a collaborazioni con artisti nazionali e internazionali.
“Ammetto che è stato tutto molto inaspettato perché fino alla fine del 2019 ancora non mi ero improntato totalmente in un percorso professionale, quale è adesso – ci ha raccontato Christopher. – Tutto ciò mi fa davvero sentire importante, mi rende orgoglioso di me stesso e mi dà sempre più carica emotiva per continuare. Però, ammetto che ci sono giorni in cui mi scoraggio un po’ e che ho molta paura, più che altro paura di deludere le aspettative che mi prefisso personalmente e anche quella delle persone che mi seguono.”
Anche il suo ultimo brano sta davvero andando bene: viene trasmesso in onda da diverse radio, ascoltato e condiviso da molti.
“È un brano del tutto nuovo per me a livello di produzione, poiché sono sempre stato concentrato su brani internazionali. Sono davvero contento di come sta andando, e spero che possa far ridere e divertire molte altre persone in futuro.”
Fin da quando era piccolo, Christopher è sempre stato attratto dalla musica e negli anni ha scoperto di voler approfondire questa passione.
“Ho cominciato suonando il pianoforte, tutto a orecchio, senza una scuola o qualcuno che potesse insegnarmi. Ed è da lì che ho capito di avere una certa predisposizione verso questo mondo. Faccio musica da molti più anni di quanto poi, realmente, mi sia esposto al pubblico. Ho iniziato a produrre le prime cose una decina di anni fa, tra i 16 e i 17 anni, però ho sempre tenuto tutto per me senza espormi e senza voler intraprendere al cento per cento questa strada.”
La decisione di presentare i suoi brani al pubblico è arrivata pochi anni fa:
“Con un’estrema dose di autostima e forza di volontà ho deciso che dovevo almeno provare a proporre al mondo intero quello che producevo. E così ho pubblicato il mio primo bootleg.”
Il suo ultimo brano “Con la Visa di papà” parla della difficile situazione che stiamo vivendo e lo fa in modo ironico e divertente, ma punta anche a sensibilizzare. Brani come “Running Wild”, “Fall in love” e “Back to you” hanno invece atmosfere più emozionanti e malinconiche.
“Io sono un ragazzo solare, sempre sorridente e autoironico, però con un passato molto burrascoso alle spalle – ci ha raccontato Christopher. – Perciò cerco di trasmettere lo stato di animo che in quel momento ho nel produrre il brano in questione. Per esempio: ho iniziato a produrre un genere molto “happy”, come lo chiamano in molti, ma ho prodotto anche qualche altro brano più malinconico, per così dire. Perciò quando una persona mi dice che ha avuto la stessa sensazione nell’ascoltare un mio brano, è lì che mi ritengo davvero soddisfatto al cento per cento!”
Per via della difficile situazione che stiamo attraversando, Christopher ha deciso di dedicarsi totalmente alla musica. Perciò, quella che era nata come una semplice passione sta pian piano diventando un vero e proprio mestiere.
Un sogno che hanno in molti, eppure non in molti sono disposti a dedicarci la maggior parte del loro tempo e ad affrontare i sacrifici necessari per realizzarlo.
Benché nell’immaginario comune persista ancora l’idea che la musica dance ed elettronica sia “inferiore” rispetto agli altri generi e che creare un brano sia un processo semplice, Christopher ci ha spiegato che non è affatto così:
“Non è un processo semplice come si crede, poiché all’interno di ogni brano c’è moltissimo lavoro, moltissimo tempo speso e, d’altronde, anche molti soldi – ci ha detto. – Spesso mi dicono: “E va beh, hai messo solo quel suonino lì, nulla di particolare…” ma non sanno che dietro a quel “suonino” ci sono ore e ore di lavoro. Posso dire che cerco sempre di investire il mio tempo e le mie risorse al meglio che posso per la realizzazione di ogni singolo brano, così che possa risultare un prodotto il più accurato possibile.”
Parlando di ciò che lo influenza nella creazione della sua musica, Christopher ci ha raccontato che non ha un artista a cui si ispira particolarmente, ma che i suoi stimoli provengono quasi totalmente da fattori esterni.
“Per esempio, molte volte è capitato che mi venissero in mente nuove idee proprio mentre ero fuori con amici, ascoltando qualche suono, oppure anche nelle chiacchiere stesse, nelle emozioni che uscivano fuori. Tutto può essere musica se si sa ascoltare bene.”
Pietro Santini
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 6 dicembre 2020