Pio Stefanini, il “sindaco” di Music Valley Mugello
MUGELLO – Pietro “Pio” Stefanini, borghigiano è uno dei protagonisti della “Music Valley” mugellana. Musicista, produttore, editore, arrangiatore di livello nazionale, Pio Stefanini (QUI LA SCHEDA) ha lavorato con artisti famosi e musicisti emergenti. E in Mugello ha la sua base, il suo studio di registrazione e una scuola di musica.
Partiamo da “Music Valley”…
Music Valley tecnicamente è un’ associazione di cui sono presidente, nata dalla passione verso la musica.
Non ricordo esattamente se era il 2005, eravamo tanti ragazzi affamati di musica, ci siamo riuniti e abbiamo creato Music Valley, avevamo tanta energia .
Organizziamo festival, abbiamo una scuola di musica sul territorio che funziona molto bene gestita da Lorenzo Consigli, e cerchiamo di promuovere nuovi talenti reinvestendo i proventi dell’attività editoriale.
Pio Stefanini musicista come nasce? Direi, sintetizzando, per amicizia: ho cominciato a studiare pianoforte e poi con i miei migliori amici di quel tempo e insieme a mio fratello Antonio abbiamo creato una band. Per me c’è sempre stato un legame molto forte fra la band , e in generale fare musica, e le persone a cui volevo e voglio tuttora bene.
C’è qualcosa che ricordi in modo particolare? La memoria non è proprio il mio punto di forza, ma episodi ne ho vissuti tantissimi, belli brutti, super emozionanti, super deludenti, dal Rockontest a Emergenza Rock da Sanremo al FestivalBar, dalle notti insonni a scrivere e arrangiare a cercare nuovi suoni davanti a Synth e Drum Machine, ai viaggi a Londra. Ma non sono un nostalgico, fare musica mi piace adesso come quando ho iniziato
Quando hai deciso di farla diventare la tua professione? Da punto di vista dei sogni direi da quando avevo 16 anni, nel pratico invece ci ho messo un po di più, le vicende familiari verso i 20 anni mi hanno preso molto tempo e anche se passavo le notti in studio poi la mattina dovevo andare a lavorare e non era facile.
Intorno ai 25 anni, incontrai per caso una mia insegnante di ragioneria che mi vide lavorare in negozio e mi disse una frase tipo” ma non dovevi fare l’artista?” Non so come ma quell’incontro mi dette quella spinta decisiva.
Da quel momento non ho avuto più dubbi sul mio futuro e da li a poco mi sono buttato 100% nella musica.
Quali sono state le soddisfazioni più grandi, le partecipazioni e le collaborazioni di maggior rilievo? Le mie soddisfazioni più grandi sono state conoscere tante persone a cui spesso sono rimasto molto affezionato e dalle quali spesso ho imparato tantissimo.
Francesco Sighieri, Steve Luchi, Telonio, Irene Grandi, Enzo ( Enzino) Malevolti (ti penso sempre), Marco Salom, Zic, Paolo Vallesi, Mike Defunto, Lapo Consortini, Blebla, i ragazzi dei Dear Jack, JaredLeti, Francesco Fuligni, Diego Calvetti, Dario Cecchini, Matteo De Nicolo, Tommy e Foffo Bianchi, Marco Ciappelli, Marco Colavecchio, Angelino Cappelli, Simone Giuliani, Antonio Nardi, Claudio Belgrave, Sid Parrotta, … ma potrei continuare ancora, tutte persone conosciute grazie alla musica,… fantastico.
Per quanto riguarda le collaborazioni, sicuramente il periodo in cui producevo e scrivevo per Irene Grandi è stato un bellissimo periodo, ultimamente mi sono divertito tantissimo a produrre i brani di Cristiano Malgioglio, ma la mia passione di adesso è lavorare con il miglior talento con cui mi sono mai trovato a collaborare e cioè il giovane cantautore psichedelico ZIC.

Londra 1997, a casa di Gaudi con Telonio e friends
Se ti volti indietro, quali sono i maggiori cambiamenti che vedi? E delle cose del passato c’è qualcosa che rimpiangi? Dirò delle cose banali, la tecnologia e il modo di fruire musica e la velocità con cui arriva e se ne va, sono le cose che mi saltano più all’occhio. Oggi un artista, un producer, un arrangiatore ha però a disposizione tantissimi modi per realizzare le proprie idee, non c’è né una regola, né limiti, per cui puoi farlo usando solo un lap top, puoi farlo registrando su nastro e poi editarlo sul computer, puoi farlo usando apparecchi analogici o altrimenti virtual, direi che non è affatto male. Tanto poi contano le idee e la personalità.

2000, Pio con Francesco Sighieri e Steve Luchi “Vroom”, primo contratto con la Sugar di Caterina Caselli
Qual è oggi lo stato di salute del far musica? Quali i principali nuove opportunità, quali gli ostacoli maggiori? Domanda più da discografico, credo che le opportunità un aspirante artista o producer se le deve creare e cercare, non ti piovono addosso, qualche tempo fa avrei detto che l’ostacolo è la fantasia, in realtà adesso mi verrebbe più di dire che l’ostacolo è l’uniformità dell’offerta musicale.
Che musica ascolta Pio Stefanini, adesso? E in generale, i suoi gusti, le sue preferenze? Da giovane che “idoli” avevi? Mi piace ascoltare tutte le novita che escono settimanalmente, ma i miei preferiti adesso sono Tame Impala, The Weekend, Zic, Twenty one Pilots, Post Malone, Drake, Francis and the Light, James Blake, e ascolto sempre volentieri Daft Punk, Air, Prodigy e Chemical Brother.
Da giovane mi piacevano i Pink Floyd, i Genesis, Ivan Graziani, Battisti, Battiato, i Duran Duran, i Van Halen, i Depeche Mode, i Nirvana e tutto quello che produceva Trevor Horn.
Che diresti a un giovane che vuol vivere di musica, e che comunque vuol farsi strada in questo campo? Benvenuto al Fronte!
Un’ultima domanda, sul luogo dove sei nato e dove vivi, il Mugello. E’ una “Music Valley” davvero? Oppure far musica trova difficoltà? Da parte degli enti locali c’è sufficiente sostegno? E quali progetti hai per il futuro? Partiamo dal futuro che mi prende bene, mi piacerebbe rifare il Music Valley Festival che purtroppo abbiamo interrotto qualche anno per problemi nel reperire fondi e portare avanti la mia nuova tribù BONSHAKARA della quale fanno parte tra gli altri Zic, Mike Defunto e Jaredleti, artisti in cui credo tantissimo.
Nel Mugello ci sono tantissime persone che fanno musica, e anche tanti ragazzi appassionati, abbiamo la più famosa Marching Band italiana, i Funk Off, ci sono cantautori interessanti, una scena trap veramente attiva , e giovani producers, non ci sono tanti locali, ma quelli che ci sono , sono aperti a collaborazioni per fare concerti live; insomma da questo punto di vista il Mugello è una Music Valley.
Per quanto riguarda infine gli enti locali, c’è tanto sostegno morale, diciamo così.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 31 Marzo 2020