VICCHIO – Sono passati tre giorni dall’inizio della ventiduesima edizione di Etnica. Sicuramente un festival che quest’anno punta in alto, sia per la lunghezza dell’evento, ben sei giorni, sia per la vastità di offerta proposta, dalla musica da strada alla musica africana al jazz, un festival che punta in alto. E quando si punta in alto, come insegna la storia di Icaro, il rischia di arrivare troppo vicino al sole e di cadere giù c’è. Ma non è il caso di Etnica, che con questa edizione sembra aver creato un mondo parallelo, una Vicchio fuori dal mondo mugellano, più simile ad una Babele dove in sei giorni culture, nazionalità e tradizioni si fondono intorno ad un filo comune: la musica.
Un vortice di magia che coinvolge ed appassiona, come le evoluzioni aeree di “Indra”, i trampoli di “Alto livello” ed i giochi d’ombre di “Visioni d’incanto” nella sera inaugurale di mercoledì 25, o come le note africane della Compagnia Giguywassa ed i Kora Beat mercoledì 26 o le contaminazioni sudamericane dei Kumbia Boruka giovedì 27 giugno. Insomma, un mondo parallelo, dove una Vicchio vestita a festa già in questi tre giorni di festival ha accolto centinaia di curiosi tra le proprie strade.
Insomma, siamo a metà dell’Etnica, ma la sensazione è che la scommessa di estenderla a sei giorni sia stata una scommessa felice, almeno per quello che ci ha regalato in questi primi tre appuntamenti.
Andrea Pelosi
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 28 giugno 2019