Mauro Volpini, la sua musica e Barberino. Il ricordo dell’assessore alla cultura Fulvio Giovannelli
BARBERINO DI MUGELLO – La recente scomparsa del Maestro Mauro Volpini, ha riacceso per un attimo le luci della ribalta su questo musicista barberinese. Che ora anche l’assessore alla cultura del Comune di Barberino di Mugello Fulvio Giovannelli vuol ricordare.
“Mauro Volpini, a mio giudizio – nota Giovannelli-, è una figura da annoverare tra coloro che hanno dato un importante contributo alla crescita culturale e artistica di Barberino. Lo conoscevo bene, così come conoscevo la famiglia. E le prime cose che colpivano in Mauro erano l’umiltà e la grande disponibilità. La sua grande bravura musicale si sposava una semplicità e una modestia davvero straordinaria. E forse è questo che gli ha impedito di essere valorizzato per quanto avrebbe meritato. Anche se, aggiungo, per lui la musica era la felicità e con essa trasmetteva un valore umano profondo. Suonava contento, ovunque si trovasse, sul palcoscenico importante, così come attorniato da tanti anziani, in casa di riposo”.
L’assessore Giovannelli Volpini lo ha conosciuto e frequentato: “Un ricordo molto personale -dice-: una volta mi capitò di confidargli quanto mi piacesse un brano, “Speranze perdute” un valzer del 1941, che lui con la sua fisarmonica interpretava magnificamente. Ebbene, più volte, quando mi vedeva in platea ai suoi concerti, inseriva questo brano in scaletta: sapeva di farmi piacere. Era davvero bravissimo sia come pianista che come fisarmonicista, e sapeva esprimere attraverso la sua musica sentimenti ed emozioni. I suoi pezzi erano speciali, dava loro una coloritura particolare, un’interpretazione che solo i veri musicisti sanno dare. E questo sia per la musica più popolare che per la musica impegnata”.
Giovannelli aggiunge: “Volpini ha voluto dire molto per la cultura musicale del nostro paese, ed è stato a lungo un punto di riferimento per Barberino, che negli anni ’60, come scuole di musica aveva da una parte la filarmonica -della quale Volpini fu anche direttore- e dall’altra la sua scuola di musica di fisarmonica e pianoforte. Non dimentichiamo che in quei decenni molta parte dell’attività culturale era cultura musicale, la musica era il principale elemento di riferimento e anche di aggregazione. E tante volte Volpini ha suonato in concerti e manifestazioni musicali. Una famiglia di musicisti, mentre sua moglie era figlia del vecchio gestore del teatro comunale “Corsini”. E del resto anche la mamma di sua moglie era legata a un’altra famiglia di musicisti, i Pinelli, che formarono l’omonima orchestra, l’orchestra Pinelli, che aveva per base tre fratelli -con Alfredo, bravo clarinettista suonavo nella banda paesana, e che poi si ampliò con la partecipazione di altri musicanti.”
“Con Mauro Volpini -conclude Giovannelli- se ne è andato un pezzo importante della storia musicale e culturale di Barberino, una persona che alla cultura musicale del nostro paese ha dato tanto. Ed è giusto ricordarlo. Per questo ho chiesto ai figli un ritratto biografico di loro padre. Perché se ne faccia memoria, con gratitudine”.
Scrivono dunque i figli:
“Mauro Volpini nasce a Prato in una famiglia di musicisti. Gli zii: Pietro Volpini vincitore del 1° concorso nazionale di chitarra classica nel 1938 e Sabatino violinista e mandolinista. ll fratello Moreno Volpini a sua volta fisarmonicista di fama internazionale, insegnante di violino in Conservatorio nonché primo violino dell’ORT Orchestra Regionale Toscana per molti anni.
Talento naturale e prodigioso il babbo iniziò già a 6-7 anni a tenere i primi concerti da solista di fisarmonica con numerose ospitate in radio.
Sulla fine degli anni ’50, nemmeno 20enne iniziò come pianista/fisarmonicista una tournèe con un gruppo musicale pratese in Francia, Germania e Svezia, in un circuito di prestigiosi locali che ospitavano vari gruppi tra i quali i Beatles. Per il grande successo ottenuto, anziché i 6 mesi di contratto l’esperienza estera si protrasse per ben 7 anni.
Rientrato in Italia si dedicò all’insegnamento, compose e collaborò alle musiche di spettacoli teatrali.
In questi anni, grazie all’amore dell’amata moglie Lucia, mise definitivamente le sue radici nel Mugello che mai più abbandonò. Tanti i ricordi e le serate con l’orchestra Pinelli e con tanti complessi mugellani.
Ai primi anni ’90 riprese l’intrattenimento suonando con varie formazioni di musica leggera e collaborazioni con musicisti di musica jazz, sua grande passione. i suoi riferimenti spaziavano da Oscar Peterson a Michel Petrucciani da Astor Piazzolla a Richard Galliano.
Negli ultimi anni ha accompagnato Grazia Radicchi con lo spettacolo dedicato a Jacques Prevert e Lisetta Luchini, fine autrice e cantastorie di musica tradizionale popolare, in numerose ed indimenticabili serate in piazza
Musicista eclettico sia alla fisarmonica che al pianoforte aveva un repertorio musicale enorme capace di soddisfare le più svariate richieste. Celebri le sfide con colleghi ed amici di ogni età nel ricordare ed improvvisare brani di ogni genere e provenienza. Sfide che puntualmente vinceva.
Virtuosista ed improvvisatore ha sempre vissuto e trasmesso la musica con purezza e senza fini protagonistici. Capace come pochi di trasmettere emozioni indelebili e condividere con tutti la sua passione di una vita: la musica”.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 17 Gennaio 2021