L’homme armé in concerto a Borgo San Lorenzo
BORGO SAN LORENZO – Per l’edizione 2022 de “I Concerti al Cenacolo”, che l’Associazione L’Homme Armé porta avanti dal 1994 nonché la più longeva rassegna annuale di musica antica in Toscana (se non in Italia), sabato 12 alle 21.15 nella Pieve di Borgo San Lorenzo si terrà il concerto dell’Ensemble L’Homme Armé diretto da Fabio Lombardo (Elena Bertuzzi, Marta Fumagalli, Stefano Guadagnini: cantus; Alberto Allegrezza, Paolo Borgonovo, Andrés Montilla, altus; Paolo Fanciullacci, Riccardo Pisani, tenore; Davide Benetti, Gabriele Lombardi, bassus) in “Salva nos … Liturgia immaginaria di fine secolo tra Firenze e Milano, con musiche di Heinrich Isaac e Gaspar Weerbeke”.
Il programma propone una serie di musiche sacre ascrivibili alla Firenze di Lorenzo il Magnifico e alla Milano di Galeazzo Maria Sforza, un’epoca caratterizzata da una produzione artistica che, ancora oggi, ci appare di livello e qualità straordinarie. Se tutti conoscono Botticelli, Leonardo e Michelangelo, ancora moltissimi ignorano Isaac, Josquin o Weerbeke che sono stati loro contemporanei.
Isaac è stato il musicista più benvoluto e considerato da Lorenzo de’ Medici, e similmente Weerbeke è stato il musicista di fiducia di Galeazzo Maria Sforza. I due musicisti, quasi coetanei, hanno vissuto a lungo in Italia: il primo può essere considerato fiorentino d’adozione; Weerbeke, oscillando più volte tra Milano e Roma, ha sviluppato gran parte dei suoi interessi musicali ed economici nella Penisola. Il programma intreccia musiche liturgiche di questi due autori in vario modo legate a Firenze e Milano, seguendo la traccia di un’immaginaria liturgia in cui le parti dell’ordinario sono tratte sia dalla missa di Isaac sia da alcuni mottetti presi da uno dei due “motetti missales” di Weerbeke contenuti nei Libroni del Duomo di Milano, che, nella prassi della cappella di corte, potevano sostituire alcune parti della messa per le festività mariane (da cui la dicitura “loco introiti”, “in loco credo” ecc).
Questi mottetti sono basati su testi mariani; il culto mariano era significativo anche nella Milano dei Visconti/Sforza (il nome Maria, presente come secondo nome per i maschi della famiglia Visconti/Sforza, era legato a un voto fatto alla Madonna dal trisnonno di Galeazzo Maria, Galeazzo II Visconti, in seguito alla nascita del primo figlio: ogni suo discendente avrebbe portato questo nome). Questi testi, di probabile provenienza franco-fiamminga, sono caratterizzati dalla forma metrica tipica degli inni o delle sequenze, e Weerbeke ha assecondato musicalmente la struttura metrica facendo uso frequente del ritmo trocaico.
L’unico testo non in forma metrica è Anima mea liquefacta est, tratto dal Cantico dei cantici. La Missa “Salva nos” è costruita, com’era prassi frequente all’epoca, su una melodia preesistente, l’antifona gregoriana Salva nos Christe, appartenente ai vespri per la festa della Santa Croce. Il motivo di quest’antifona risuona spesso, ma è il segmento finale che unifica e caratterizza tutte le sezioni terminali dei vari movimenti. Ritroviamo il motivo sviluppato nel brano finale del programma, Quis dati capiti meo aquam, dove viene ripetuto insistentemente nella voce bassa con le parole “et requiescamus in pace” mentre altre due voci, con figurazioni melismatiche veloci, cantano “Laurus impetu fulminis illa, illa iacet subito” (‘Quel lauro, sì quello, giace colpito da un improvviso furor del fulmine’: il lauro era il simbolo di Lorenzo il Magnifico).
Programma:
Heinrich Isaac (ca 1450-1517), Quis dabit pacem populo timenti
Gaspar van Weerbeke (ca 1445- post 1517), Ave mundi Domina (loco introiti)
H. Isaac Missa “salva nos”: Kyrie, Gloria
G. Weerbeke Salve virgo virginum (loco credo)
Anima mea liquefacta est (loco offertori)
G. Weerbeke Adonay sanctissime Domine Deus
H. Isaac Sanctus, Agnus Dei
G. Weerbeke Quem terra pontus (ad elevationem)
Fit porta christi pervia (Deo gratias)
H. Isaac Quis dabit capiti meo aquam?
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 10 Novembre 2022