BARBERINO DI MUGELLO – Riccardo Bonfiglioli ed Emanuele Filippi, 28 e 32 anni. In arte il duo Temperie, che ha scelto le campagne di Barberino di Mugello per produrre la sua musica, e che il 29 Novembre ha pubblicato il suo album “Sarajevo”. In questa intervista ci parlano del loro lavoro e del progetto Temperie
Come è nata la vostra collaborazione?
“Io abitavo a Prato con la famiglia – risponde Emanuele – mi sono trasferito a Bologna appena finite le superiori, per studiare batteria, conoscere persone nuove, suonare e fare progetti. Mi sono poi trasferito in Mugello cinque anni fa. Durante il periodo bolognese, dove ho vissuto per circa un anno, ho scoperto una piattaforma internet locale che si chiama Villaggio Musicale, che serviva e serve ancora da tramite tra artisti, musicisti, di qualsiasi tipo. Faceva incontrare band che cercavano elementi, e musicisti che a loro volta volevano entrare in una formazione. Noi ci siamo incontrati tramite quella, in una saletta, dove Riccardo stava scrivendo per pianoforte e voce e montando i primi pezzi con altri elementi. Abbiamo iniziato a suonare insieme, nel periodo bolognese abbiamo fatto tanta sala prove, tanto arrangiamento e tanta scrittura e poi, una volta tornato a Prato, abbiamo continuato a lavorare insieme, a scrivere, a produrre, senza mai pubblicare niente, però sempre a fare musica insieme”.
Cos’è il progetto Temperie?
“Un progetto musicale. La musica è il linguaggio attraverso il quale cerchiamo di tradurre tutto il nostro mondo interiore. Un duo che si caratterizza per quello che chiamiamo un cantautorato pop, quindi uno stile che in letteratura si dice ‘middlebrow’. Cioè la capacità di coniugare orecchiabilità, appeal per il grande pubblico pop a tematiche sentite e intense. Non mi piace usare la parola pesanti, però comunque di spessore. Calvino diceva che la vera pesantezza è la superficialità, e che c’è una leggerezza nella profondità ecco ‘Temperie’ è un progetto che fa musica cercando di essere leggeri senza perdere la profondità per parafrasare quella frase del ‘Che’, essere duri senza perdere la tenerezza”.
La vostra canzone Sarajevo si richiama infatti molto al cantautorato, avete fatto anche altri brani simili?
“Sì, li abbiamo scritti, li abbiamo composti, devono ancora uscire però. Questo era un lavoro che abbiamo deciso di fare pop, un po’ come nella carriera di Battiato, quando scelse di fare un disco pop e pubblicò “La voce del padrone”. Ecco, noi non facciamo paragoni, ma nell’intenzione c’era proprio la volontà di fare un disco pop, però ci sarà anche un lavoro cantautorale, più cantautorale, che uscirà successivamente. Le nostre canzoni, anche quando sono molto arrangiate, nascono comunque sempre dagli strumenti e in questo caso spesso gli strumenti principali, i primi a nascere, sono pianoforte e voce. E in particolare con il pezzo Sarajevo abbiamo scelto di lasciare la canzone fondamentalmente come è nata, registrata pianoforte e voce.
Parlando dell’album Sarajevo – aggiungono – pensiamo a quello che ha fatto Bansky quando ha distrutto il suo stesso quadro. Ecco, ci verrebbe da dire che questo è un po’ il caso: Sarajevo è un disco pop che alla fine si autodistrugge per rivelare un qualcosa che è il più della somma delle sue parti, il più della somma delle canzoni. Sarajevo ha anche quest’animo, quello espresso dalla title track Sarajevo che è un po’ una negazione del pop, ma allo stesso tempo non possiamo fare a meno del cercare di farci comprendere con un certo linguaggio”.
Perché Barberino di Mugello? Come è stata scelta?
“Barberino è il nostro luogo di lavoro perché ci vivo io e perché ho un piccolo studietto dove possiamo svolgere gran parte del lavoro. Ci piace stare lì, siamo in mezzo alla natura, abbiamo i nostri tempi, abbiamo la nostra tranquillità. Ci possiamo prendere dei momenti da dedicare a quello che si fa”.
Cosa fate nella vita oltre al progetto ‘Temperie’?
“Io – spiega Emanuele – cerco di districarmi nel mondo musicale, lezioni di batteria, registrazioni, live. Io invece – aggiunge Riccardo con ironia – cerco semplicemente di districarmi nel mondo”.
Cosa significa la parola Temperie?
“E’ una parola polisemica, che ha cioè vari significati, e mi ha colpito il fatto che tutti i significati, le accezioni di Temperie hanno a che fare un po’ con il nostro spirito. Temperie è l’insieme dei movimenti artistici, culturali, politici che caratterizzano un’epoca storica. Temperie è il contrario di intemperie, usato in meteorologia. Temperie è equilibrio tra opposti. Quindi l’aspetto storico culturale se vogliamo, l’aspetto in qualche modo in contingenza, l’aspetto meteorologico naturale e l’aspetto più psicologico”.
Perché Sarajevo? Perché proprio quella città?
“Io ho fatto un viaggio a Sarajevo e ho incontrato molti elementi che sostanziavano con un esempio concreto il significato di temperie. A Sarajevo c’è stato il più lungo assedio del XX secolo dopo la seconda guerra mondiale, un evento storico molto importante all’altezza degli anni in cui siamo nati e Sarajevo è una città piena di sfumature dove coesistono, è una città dove c’è una commistione di culture, dove c’è mescolanza come riprendendo i significati di di temperie, ed è una città che ha saputo rinascere in qualche modo dalle sue ferite e dalle sue ceneri. Ecco qui ho trovato delle affinità elettive in qualche modo, una corrispondenza d’amore e di esistenza o se vogliamo una connessione sentimentale come direbbe Gramsci. Ecco tutti questi elementi ci hanno fatto riconoscere in Sarajevo ed esprimono un po’ la complessità che vogliamo restituire”
E a che punto è il vostro progetto?
“Il 29 Novembre è uscito il disco Sarajevo, con nove canzoni. Un lavoro portato avanti per due anni. Prima erano usciti i vari singoli, che poi abbiamo racchiuso nell’album. Siamo contenti dei feedback, anche a livello di recensioni e di stampa proprio. Stanno arrivando delle letture molto attente e coinvolte. Emergono concetti che noi non avevamo detto esplicitamente, chi ascolta il disco però capisce proprio quello che intendevamo dire”.
Vi potremo sentire suonare Mugello dal vivo?
“Siamo in contatto con la libreria ‘Capitolo 7’. Io la frequento spesso e un’annetto fa parlammo di tenere lì un piccolo concerto. Adesso che il disco è uscito vedremo se la proposta è ancora valida. E comunque l’ambiente delle librerieci piace molto, ci rappresenta molto, soprattutto quelle indipendenti, quindi ci piacerebbero usarle come luoghi dove fare concerti”.
Che aggiungere?
“Una rifflessione sul brano ‘Questo tempo basterà’, che significa, come dice Leonardo da Vinci, che il lieto vivere dà il lieto morire. Cioè cioè il tempo che abbiamo alla fine ci basta se siamo in grado di imparare il mestiere di vivere, come dice Pavese. Ecco, l’amore di cui parliamo è l’amore come desiderio di conoscenza tra le altre sfumature, è un amore che si crea nella relazione È l’amore che fonda il saper vivere, ed è quel saper vivere che ci consente di dire, non ho paura della morte, questo tempo che abbiamo da vivere, seppur poco ci basterà se sapremo viverlo con amore”.
Chi ringraziare ancora?
“Teniamo a citre tutta la squadra, perché questi sono sempre lavori di squadra. Non è mai la persona davanti e basta ma c’è sempre un lavoro gigantesco di persone che spesso a questi livelli soprattutto lo fanno veramente per passione. Certo. C’è la scienza poi, c’è una comunità scente, non esiste lo scienziato pazzo, il Victor Frankenstein nella situazione:
Tutte le canzoni sono state scritte da Temperie (Riccardo Bonfiglioli, Emanuele Filippi).
Produzione: Altrove (Marco Barbieri).
Pre-produzione: nicòl. (Nicolò Fontana), Temperie.
Mix: ELLE (Leonardo Lombardi) tracce 1, 2, 3, 4, 5, 8. Soundscape Studio (Andrea Dell’Olio) tracce 6 e 7. Glab Studio (Giacomo Lorè) traccia 9.
Mastering: Tearoom Mastering (Niccolò Caldini) tracce da 1 a 8. Glab Studio (Giacomo Lorè) traccia 9.
Chitarre: Altrove, nicòl.
Pianoforti: Riccardo Bonfiglioli.
Batterie e percussioni: Emanuele Filippi.
Sintetizzatori: Altrove, nicòl.
Nicola Di Renzone
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 26 Dicembre 2024
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