BORGO SAN LORENZO – Quest’anno la Corale Santa Cecilia di Borgo San Lorenzo festeggia un anniversario importante. Canta infatti da ben 110 anni, e la ricorrenza è coincisa anche con qualche importante novità organizzativa. “Sì –dice scherzando Andrea Sardi, direttore della Corale-, dopo 110 anni siamo divenuti adulti, ovvero ci siamo costituiti come associazione autonoma di promozione sociale. Fino ad adesso eravamo nel guado, un’associazione amatoriale, che ora invece si è strutturata in cinque gruppi che curano i vari aspetti, da quello economico e fiscale a quello dei rapporti con le istituzioni, ai rapporti con gli artisti e con il teatro Giotto, fino alla pianificazione artistica della stagione. Era mancata una distribuzione orizzontale del lavoro. A me è sempre piaciuto che si allargasse il numero di persone che partecipano”.
Ed è avvenuta una cosa importante: “Il risultato eccezionale –nota Sardi- è stato la scoperta di persone e talenti ad hoc proprio all’interno del nucleo della Corale: ogni persona incaricata di seguire i gruppi ha studi, titoli ed esperienze professionali adatte a svolgere il proprio compito: ci siamo trovati con dei professionisti che in modo volontario fanno questo lavoro per la corale, e questo ha comportato un salto di qualità incredibile”.
E non si parte da zero: “Se l’indirizzo della presidenza di Franco Faini è sempre stato quello di ampliare le collaborazioni con gli enti che operano nel territorio e con le istituzioni, la nuova presidenza di Daniele Parpagnoli, segue e amplia la strada già intrapresa da Franco, ma con mezzi e possibilità che prima non possedevamo”.
Quindi la Corale ha ora un nuovo consiglio d’amministrazione, presieduto da Parpagnoli, gruppi di lavoro e un direttore artistico, lo stesso Sardi, della stagione lirico-sinfonica: “Abbiamo iniziato quest’anno, ma i pro sono tanti, e la strada intrapresa è quella giusta. Anche i rapporti con l’assessore alla cultura Cristina Becchi fanno ben sperare. Sono rapporti ottimi, perché si avverte un reale interessamento alla cultura, cosa che non è scontata; l’assessore si è impegnato molto, e con un sostegno non solo a parole ma fattivo, per la creazione di una stagione lirico sinfonica che -la programmiamo ormai da sette anni- è un fiore all’occhiello per tutta la zona, perché sfido chiunque a trovare un programma musicale del genere in un altro teatro di provincia, peraltro un teatro privato”.
“Una difficoltà –aggiunge Sardi- magari è data dal non avere una programmazione quinquennale: vorrei un po’ di stabilità, altrimenti non si può progettare un calendario degno di questo nome. Il nostro obiettivo, come Corale, non è solo quello di rafforzare la collaborazione con le associazioni del territorio ma anche di portare a Borgo San Lorenzo le eccellenze della Toscana, l’ORT e il Maggio Musicale, come adesso sta accadendo”.
Ora Sardi ci parla della Corale: “Abbiamo quaranta coristi, dai 21 agli 80 anni. Negli ultimi anni c’è stato un buon ricambio, e abbiamo visto passare un sacco di gente. Soprattutto adesso ci sono più giovani. Il fatto di esibirsi in teatro ha consentito di far avvicinare tanti giovani a questo tipo di musica, ed è per noi è una bella spinta, linfa vitale”. Un gruppo davvero radicato: “Ormai –sorride Sardi- ho conosciuto tutto il paese: non c’è famiglia che non sia passata dalla Corale. E rivedo così l’apertura del paese alla cultura del luogo”.
Una parola anche sul pubblico borghigiano: “Il pubblico del teatro Giotto è il più bel pubblico del mondo: è di un calore, di una bontà ecccezionale. Abbiamo avuto una richiesta di biglietti straordinaria, quando si fa un’opera, in un giorno e mezzo i biglietti spariscono, per Borgo è un evento, c’è davvero una sete di queste cose. Peraltro anche i numeri della stagione di prosa sono sempre in aumento e gli abbonati sono tantissimi. Un aumento che è coinciso con la stagione lirico sinfonica: c’è stata ottima sinergia”.
Gli eventi teatrali e musicali a Borgo San Lorenzo hanno sempre più pubblico: “Penso –nota Sardi- che questo dipenda anche dal fatto che molte persone dalla città si spostano, per trovare un luogo di pace in campagna, senza traffico; inoltre, a mio avviso, in Mugello vi è stato un innalzamento del livello culturale, con persone di cultura che si sono trasferite qui, anche grandi musicisti. Occorre seguire questa strada: dobbiamo continuare a dare una maggiore offerta musicale e culturale a, per questo collaboriamo con tutti volentieri e siamo onorati se grandi istituzioni dedicano gli eventi migliori a Borgo San Lorenzo”.
Infine Sardi guarda al futuro e confida un sogno: “Io ho un pallino: vorrei che quando io non ci sarò più, ciò che ora facciamo continuasse meglio di prima. Le cose buone durano e devono durare. E per far questo c’è bisogno di un investimento nella cultura musicale almeno pari a quello della prosa, perché 7 mila euro per fare una stagione sono obiettivamente limitati. Non solo: penso a una task force di borghigiani che si adoperi per trasferire la caserma dei carabinieri, e riportare così l’accesso al teatro dalla Caserma, e poi fare una riqualificazione del teatro, partecipando con un bando europeo per la ristrutturazione e la riqualificazione dei teatri storici, dei teatri all’italiana. E il nostro ha qualità eccellenti, una buca praticabile, un’acustica straordinaria e tre ordini di palchi.
L’investimento sul teatro Giotto farebbe respirare tutto il centro, recuperare tanto spazio, e ricreare un auditorium, che a Borgo manca, per i concerti sinfonici. Non a caso dove ora c’è la caserma c’era uno spazio dove si svolgevano eventi, serate danzanti e cinema”.
Sardi conclude con un’altra riflessione-proposta: “Tutto passa da una politica attenta dall’educazione della gioventù: la sinergia tra la scuola di musica e il teatro tramite la creazione di un’officina teatrale potrebbe coinvolgere i ragazzi degli istituti tecnici per farli lavorare alla produzione di un’opera, per la quale c’è bisogno di elettricisti, falegnami e altre professionalità tecniche. Oggi ognuno si muove in modo “staccato”: una vera e attenta sinergia, anche politica, di avvicinamento di questi poli culturali servirebbe a risparmiare energie, incentiverebbe i giovani e consentirebbe di ambire a risultati sempre di qualità migliore.”
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