PALAZZUOLO SUL SENIO – È stato presentato sabato 9 ottobre all’interno di Casa Zavagli il Fortepiano Schrimpf Senior, Wien, costruito nel 1842 e ora restaurato da Pino Tolin, noto restauratore di pianoforti e curatore degli strumenti conservati nel Museo di pianoforti della Fondazione Masiero e Centanin di Padova. È l’ingegner Pierluigi Zavagli a raccontare la storia dello strumento, che va di pari passo con quella della sua famiglia:
“Cercherò di chiarire come lo strumento sia arrivato a Palazzuolo da Vienna, ove fu costruito nel 1842. Sulla parete dietro il Fortepiano è visibile la foto di Carlo Naldoni, il mio bisnonno materno. Questo nostro compaesano, coniuge di Quirina Strigelli, diresse le sorti del paese e frequentò la corte degli Asburgo Lorena a Firenze.
Una foto di Carlo Naldoni lo mostra nell’uniforme di Tenente della Guardia granducale, un titolo onorario. Risale a quel periodo l’acquisto del fortepiano. Carlo morì nel 1863 a soli 34 anni di età. Una lapide posta sotto il portico d’ingresso al convento di Quadalto rivela la disperazione di Quirina Strigelli, vedova di Carlo, rimasta sola al mondo con quattro figli minori.
I due figli maschi erano Giulio, nonno del Giulio scomparso da poco e Umberto, il mio nonno materno, che esercitava la professione di farmacista nei locali oggi occupati dal Bar Gentilini. Morto Carlo, il palazzo Naldoni fu diviso tra i figli Giulio e Umberto e il pianoforte fu collocato nel salone di quest’ultimo, ove era suonato da mia madre Quirina, pianista per diletto. Umberto Naldoni morì alla fine dell’ultima guerra, seguito dal figlio Giovanni, reduce dalla prigionia in Russia e dal nipote Umberto, morto senza figli. Gli eredi di Umberto Naldoni divisero il salone per creare due camere da letto e sbatterono il fortepiano nella cantina a piano terra, ove è rimasto 60 anni.
Due anni fa ho riscattato dai proprietari lo strumento, privo di una gamba, della pedaliera, del coperchio e con il meccanismo musicale semi distrutto. I laboratori da me interpellati rifiutarono l’incarico del restauro, ma ebbi la fortuna di conoscere Pino Tolin, noto restauratore di pianoforti e curatore degli strumenti conservati nel Museo di pianoforti della Fondazione Masiero e Centanin di Padova. Tolin accettò il difficile incarico, lo eseguì in modo magistrale ed è qui con noi per illustrare la tecnica da lui usata per il restauro.
Il Fortepiano è collocato in una stanza della mia abitazione ma, a mio avviso, avrebbe figurato meglio nella chiesa di S.Antonio. Quel tempio, umido e freddo com’è, fu però giudicato inadatto ad accogliere lo strumento. In mancanza di alternative, feci introdurre il pianoforte in questa stanza attraverso la finestra perché il vano scala non lo avrebbe permesso”.
©️ Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 12 ottobre 2021