ORVIETO – A Orvieto per Capodanno, nell’ambito del programma dell’Umbria Jazz Winter, si è ballato al ritmo trascinante di una band mugellana: sul palco centrale infatti la Funk Off, che ha iniziato a suonare alle 23.45, e dopo il brindisi di mezzanotte ha continuato il suo concerto.
Palcoscenico prestigioso quello di Umbria Jazz, sul quale la marchin’ band mugellana è ormai di casa. La prima volta fu nel 2003 e da allora la street band diretta da Dario Cecchini -lo si legge nel sito della stessa Umbra Jazz- “è diventata popolarissima con una formula originale e riconoscibile: superare il concetto di marching band della tradizione di New Orleans proponendo una musica trascinante e spettacolare, moderna e coinvolgente. È così che i Funk Off sono diventati i beniamini del pubblico. Pensate a una musica in cui si affacciano echi di James Brown e Frank Zappa, fino al puro funk tipo Gorge Clinton. Il gruppo toscano è stato in pratica riproposto quasi tutti gli anni, sia a Perugia che a Orvieto e Terni, diventando un’attrazione fissa del festival. Stesso successo ha riscosso anche all’estero, da Melbourne a New York fino in Cina”.
Raggiungiamo Cecchini durante una pausa delle ultime prove. “Suonare a Orvieto -dice- è affascinante: una cittadina piccola, che si riempie di musica in tutte le zone del centro. Il clima adesso è freddo, ma il tempo è buono e sarà sicuramente una bellissima serata”. Magari qualche mugellano potrà venire ad applaudirvi… “Chissà se ancora si trovano i biglietti -risponde il leader dei Funk Off-; comunque ai nostri concerti qualche compaesano lo troviamo sempre. Ma i Mugellani potranno venire a sentirci il 6 gennaio a Barberino. Faremo una street parade per cercare di portare un momento di serenità e togliere per quanto possibile il velo della preoccupazione. Volevamo fare qualcosa per Barberino, e così portiamo quello che sappiamo fare, portiamo un po’ di musica. E la musica fa sempre bene, fa bene a tutto. Speriamo così di fare una cosa gradita”.
A Orvieto la Funk Off presenta in anteprima l’ultimo CD, “Live at Blue Note Tokyo”, ma già Cecchini sta pensando a un nuovo disco: “Mi piacerebbe, e ora ne parlerò con la band: la nostra musica è matura per registrare un altro cd in studio, per lasciare una nuova testimonianza. Finora abbiamo pubblicato 8 cd, e mi sono sempre detto che quando avrei fatto un disco uguale al precedente, quello sarebbe stato il momento di smettere. E in venti anni musicalmente c’è sempre stata un’evoluzione. Del resto siamo una banda di fiati e percussioni e la linfa vitale per una band come la nostra è musica nuova, e per questo scrivo nuova musica. La scrivo, la proviamo e la suoniamo insieme, nelle strade e sui palchi, la assimiliamo e la digeriamo, e abbiamo una decina di nuovi pezzi completamente digeriti, potrebbe essere il momento di tornare in sala di registrazione”.
Come sarà dunque il nuovo disco? “Le composizioni sono legate anche a ciò che ascolto di più in questo periodo: a seconda di ciò che ascolto, escono dischi con accenti e influenze diverse. Stavolta ho avuto modo di ascoltare molto jazz, anche per il mio lavoro di docente di Storia della Musica in Conservatorio. Ma non sarà certo un disco di vecchio jazz. Anzi non so neppure se sia jazz o qualcos’altro, le definizioni mi interessano poco. Diciamo che tendo a scarnificare, a semplificare, e continua così quel processo iniziato nell’ultimo cd, e i particolare nel brano “It’s ok”, che dà il nome all’album, un brano semplicissimo”. Cecchini si ferma e ride: ” E comunque, mica posso fare il critico di me stesso!”, e riprende il suo sax per stupire e divertire ancora una volta il pubblico, esigente, di Umbria Jazz, nella notte di Capodanno ad Orvieto.
© Il Filo – Idee e Notizie dal Mugello – 1 gennaio 2020